La distanza, tra le dichiarazioni del Sindaco di Ferrara e i suoi comportamenti non è utile alla Città e al territorio.
Oggi 6 novembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di una delle maggiori aziende della provincia: il Comune di Ferrara.
Il Responsabile di questa Amministrazione, che ha dichiarato d’aver “sempre avuto molta fiducia nel dialogo”, non ha nemmeno provato ad evitare lo sciopero.
Probabilmente per mettere i cittadini contro coloro che erogano i servizi pubblici. Scelta sbagliata soprattutto in un momento dove la pandemia evidenzia in modo inequivocabile la necessità di coesione.
La narrazione del Sindaco, falsa, che racconta l’inesistente pretesa da parte dei dipendenti comunali dei buoni pasto è parte di quella strategia. Servirebbe invece onestà intellettuale. Può capitare a tutti una svista, anche a chi investe decine di migliaia di euro dei cittadini per la comunicazione, ma il rispetto e la serietà imporrebbero l’immediata correzione delle dichiarazioni inesatte.
Ma davvero signor Sindaco pensa di poter far credere a lungo di lavorare per un interesse comune? Per il bene di tutta la Città? Di “avere a cuore i problemi di tutti i lavoratori”?
I contributi comunali a fondo perduto sono un chiaro sforzo, anche apprezzabile, per commercianti, agricoltori, piccoli imprenditori ma per ognuno di loro ci sono cinque, dieci, quindici dipendenti. Pensa di occuparsene? O crede che le tasse dei cittadini siano andate anche nelle loro tasche? Dalle ultime sono usciti sicuro denari per entrare però solo in quelle dei propri datori di lavoro. E’ questo che intende quando dichiara di avere una visione d’insieme?
Non erano onesti le lavoratrici e i lavoratori del Mercatone Uno? Li ricorderà in campagna elettorale e loro ricordano ancora le sue promesse, mai tradotte in risposte. Due spiccioli di contributi comunali a fondo perduto per loro non si sono trovati.
Non meritano la sua attenzione le lavoratrici e i lavoratori delle pulizie? Persone che tutti i giorni garantiscono e sanificano i locali pubblici, che operano in sanità, nelle case di cura, nelle banche, ecc…che il 16 ottobre manifestavano in Piazza municipale per il rinnovo del loro contratto ma da Lei non hanno avuto nemmeno una parola.
O gli autisti dei mezzi pubblici? Non una azione utile per migliorare la loro condizione insieme a quella di chi viaggia sui mezzi pubblici, pur discutendone da giugno.
All’avvio delle scuole di ogni ordine e grado non un contributo concreto per dare risposte al personale docente e non delle scuole. Non una decisione sul tavolo provinciale per garantire il diritto all’istruzione in presenza agli studenti contrastando il rischio di contagio. Si è dovuto aspettare l’intervento del Prefetto di martedì scorso.
Non è andata meglio agli operai metalmeccanici che ieri hanno scioperato per il rinnovo del loro contratto. Evidentemente quelli non fanno abbastanza sacrifici, non “si sono trovati improvvisamente in difficoltà a causa della pandemia“, non sono la parte produttiva che Lei ritiene degna di attenzione.
Serve meticolosità e dibattito anche sul bene produttivo più prezioso che abbiamo in Città: il Petrolchimico. Ci sono operai chimici, meccanici, manutentori, facchini, carpentieri, personale della ristorazione e del pulimento da tutelare oggi e domani rilanciando il Polo Chimico. Non è sufficiente ascoltare le Organizzazioni Sindacali solo quando una azienda decide di chiudere, esempio Celanese, e passare poi la “palla” alla Regione per essere utili.
Serve costruire una visione di politiche industriali che vada oltre la crisi, e qui siamo in ritardo.
Non è sufficiente il riconoscimento professionale agli infermieri e al personale sanitario incontrandoli sul Listone il 15 di giugno durante il loro flash mob, senza poi mai proporre nulla di utile per loro in Conferenza Socio Sanitaria, o peggio tollerando comportamenti di cittadini, di suoi stretti collaboratori che disprezzano l’uso della mascherina.
A quel personale sanitario, ai tanti anziani ricoverati sarebbe bastato un Suo concreto interessamento sulla situazione delle RSA per far tesoro di ciò che è successo ad Argenta. Invece, da Presidente della CTSS l’interessamento di aprile per quella situazione particolare non è stato utile ad evitare i focolai nelle RSA cittadine, forse perché non se ne è più occupato in quella sede.
Serve un cambio di passo Signor Sindaco. Servono risposte anche per i giovani, per gli universitari che davanti alla bandiera della “residenzialità storica“ si vedono sbattere la porta del futuro in faccia. Serve cambiare linguaggio in questa città. Dobbiamo tornare a dare il giusto significato alle parole, il corretto peso. Non ci possono essere “tumori da estirpare” quando si parla di donne e uomini ma problemi di cui farsi carico; non ci sono libri da censurare ma la produzione della cultura da rilanciare; non ci sono vie da intitolare a gerarchi fascisti ma un turismo da riprogettare che esalti le nostre eccellenze e non i momenti più bui.
Il Comune di Ferrara fino al 2018 cresceva economicamente più della media delle città capoluogo dell’Emilia Romagna e rappresentava un possibile traino per il fragile territorio circostante, forse l’unico. Il “Patto per il Lavoro” dava attenzione a tutti i comuni ferraresi. Viceversa il progetto “Ferrara rinasce” rischia di mettere già oggi la Città contro il territorio senza per altro dimostrare punti di forza rilevanti o adeguati alle sfide di oggi e di domani.
Per il rilancio economico, per la creazione di lavoro di qualità non va sprecata l’opportunità del nuovo “Patto per il Lavoro e per il Clima” della Regione, ma serve tutt’altra impostazione tra Istituzioni e Parti sociali.
Il Sindaco dimostri che sta lavorando per tutti i cittadini.
Da lunedì convochi FP CGIL , FP CISL e UIL FPL e ricomponga lo strappo.
Dimostri che “avere fiducia nel dialogo” non è cosa astratta.
Da lunedì dia seguito agli impegni assunti pubblicamente più e più volte, convochi CGIL, CISL e UIL per sottoscrivere il “Protocollo sulle Relazioni Sindacali” del 19 Febbraio 2020 e costruisca per la Città e la provincia qual contesto di coesione al quale tante persone di buona volontà e responsabilità stanno lavorando da tempo.
Segretario Generale CGIL – Ferrara
Zagatti Cristiano