A tutto c’è un limite o è necessario metterlo e in fretta.
Durante la pandemia, che ricordo non essere ancora finita, abbiamo scelto di intervenire raramente nel dibattito pubblico e portare un contributo costante in Conferenza territoriale socio sanitaria, ma oggi è impossibile non sottolineare una criticità da correggere in tempi brevissimi: il rapporto tra AUSL e medici di medicina generale in convenzione non risponde più appieno al bisogno di salute dei cittadini.
E’ chiaro, e da tempo, che per le sfide future e le esigenze di oggi, per garantire servizi socio sanitari territoriali integrati ed efficienti ai cittadini, compreso il diritto alla vaccinazione è necessario che i medici convenzionati della medicina generale e della specialistica ambulatoriale passino ad un rapporto di lavoro di dipendenza con il Ssn, soprattutto per quelli che lavoreranno nelle case di comunità previste dal Pnrr.
Vanno costruite le condizioni per iniziare a rivedere i rapporti di lavoro dei medici di medicina generale, ancora libero professionisti in convenzione con il Servizio sanitario nazionale ed è un tema che non può riguardare più solo gli addetti ai lavori ma deve occuparsene la politica esprimendosi prima e agendo poi.
Le nostre Case della salute, centro territoriale strategico per la presa in carico delle persone, non possono funzionare nella frammentazione dei rapporti di lavoro libero professionali.
Il “litigio” a mezzo stampa sulle vaccinazioni degli over 50 e conseguentemente i disguidi organizzativi che pregiudicano l’efficienza di parte della campagna vaccinale e comportano la perdita di tempo prezioso per tutti non sono più tollerabili.
Cristiano Zagatti
Segretario generale CGIL Ferrara