?Un altro colpo all’impianto del JobsAct grazie all’impegno e all’attività degli Uffici legali della Cgil.
Dopo la Corte costituzionale che nel 2018 è intervenuta sulla disposizione del JobsAct che calcolava il risarcimento monetario in caso di licenziamento illegittimo di fatto smontando e l’impianto, stavolta è stato il Tribunale di Milano che ha rinviato alla Corte di giustizia UE il #JobsAct nella parte in cui elimina la reintegra in caso di licenziamenti collettivi. Una notizia importante che testimonia il nostro impegno nel ricorrere a tutti gli strumenti giuridici utili a ripristinare un sistema di diritti e tutele equo e efficace per i lavoratori.
Dalla nostra nota stampa*
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“ il Tribunale di Milano, con ordinanza del 5 agosto, ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea la disciplina dei licenziamenti collettivi contenuta
nell’articolo 10 del decreto legislativo n.23 del 2015, meglio conosciuto come Jobs Act. Il Tribunale di Milano, in particolare, evidenzia il sospetto di legittimita’ sul regime sanzionatorio, cioe’ sull’esclusione della reintegra in caso di licenziamento collettivo. Con questo rinvio un nuovo e importante pezzo della controriforma sui licenziamenti viene messo in discussione in un giudizio che vede in prima persona la presenza della Cgil intervenuta ad adiuvandum a sostegno di
una lavoratrice.
Il giudice milanese, in una controversia in cui sono parti costituite sia la Filcams che la Cgil, dovendo riconoscere in una medesima procedura di licenziamento collettivo la reintegra nel posto di lavoro solo ad alcuni
lavoratori, escludendo una lavoratrice che pure era stata licenziata illegittimamente, sospetta infatti la contrarieta’ del contratto a tutele crescenti, introdotto dal Jobs Act,
rispetto ai principi fondamentali dell’unione europea che impongono una sanzione effettiva, adeguata e con carattere deterrente”.
La vertenza, a parere della Cgil e della Filcams, “e’ emblematica in quanto la lavoratrice, rispetto ai suoi colleghi tutti reintegrati, era l’unica a cui si applicava il Jobs Act, perche’ stabilizzata da tempo determinato a indeterminato dopo il 7 marzo. Con effetto paradossale evidentissimo. In particolare, secondo la richiesta di rinvio, sarebbero violati sia i principi di parita’ di
trattamento e di non discriminazione contenuti nella direttiva europea 99/70, sia la tutela contro i licenziamenti illegittimi stabilita dagli artt. 20 e 30 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”.
“L’ordinanza del Tribunale di Milano – aggiungono – rappresenta la conferma della negativita’ di un provvedimento che esclude la reintegra anche per i licenziamenti collettivi.
Un provvedimento contrario oltre che ai principi costituzionali (gia’ sancita dalla corte costituzionale nella sentenza n.194/2018), anche a quelli stabiliti da norme sovranazionali.
Siamo quindi di fronte ad un ulteriore passo in avanti nella messa in discussione del sistema di protezione contro i licenziamenti illegittimi costruito dal Governo Renzi nel 2015”.
Cgil e Filcams esprimono quindi “viva soddisfazione per questo pronunciamento che rafforza quanto da sempre sostenuto
dalla nostra organizzazione”.
*Dalla pagina FB della CGIL nazionale