Solidarietà, diritti e cultura contro i vecchi e nuovi fascismi
Il Comitato Direttivo della CGIL Emilia Romagna esprime ferma condanna per gli inqualificabili e ripetuti episodi di marca fascista, alcuni dei quali violenti, verificatisi nelle ultime settimane in tutto il paese e in particolare nella nostra Regione (Forlì, Modena, Budrio, Crevalcore, Piacenza, Rimini…).
Tali episodi feriscono, a maggior ragione, una terra che si è distinta per il forte contributo dato alla Resistenza al regime nazifascista , alla Liberazione e alla nascita della nostra Repubblica.
Episodi che ci preoccupano ma che allo stesso tempo non ci sorprendono.
La dilagante ingiustizia sociale determinata da decenni di neoliberismo e da dissennate politiche di austerità, ha prodotto l’aumento della disoccupazione in particolare quella giovanile, l’aumento della povertà e dell’esclusione sociale. Tutto questo ha favorito la riemersione di movimenti nazionalisti violenti, intolleranti e xenofobi, figli di quella eredità storica dei nazifascismi con la quale culture e opinioni pubbliche di tutta Europa non hanno fatto i conti del tutto.
Le frequenti recrudescenze di fenomeni fascisti non vanno pertanto banalizzate, ci parlano probabilmente di una difficoltà di fondo del nostro tessuto sociale, culturale, civile, democratico; la ferma condanna che la Cgil esprime vuole essere anche un grido di allarme sui problemi più radicali che tali episodi svelano e dei quali la politica tende a non farsene carico.
La difficoltà a riconoscere un credibile progetto politico economico e culturale per il nostro Paese, figlia anche di una profonda crisi di valori, indebolisce il tessuto democratico e la partecipazione civile, alimentando la tendenza alla chiusura e agli egoismi a tutti i livelli.
Ai problemi socioeconomici si intrecciano, aggravandoli, limiti culturali e politici, una miscela che sta alimentando anche la surreale discussione sullo Ius soli. Surreale perché tutto chiama in causa tranne la questione principale, se e come dare diritti e cittadinanza a centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia.
La reazione, che pur si è potuta notare nelle ultime settimane da parte di forze politiche, di importanti Associazioni della società civile e di diverse Istituzioni, alle manifestazioni fasciste, razziste e xenofobe (che tali diritti vogliono escludere), rappresenta un segnale importante ma non ancora adeguato alla gravità del fenomeno.
Alcuni episodi andrebbero semplicemente evitati, ad esempio, inibendo la possibilità di manifestare e/o di riunirsi in spazi pubblici a gruppi e/o formazioni che non dichiarino apertamente l’adesione ai principi costituzionali, a partire dal rifiuto della violenza e dall’accettazione dei valori dell’antifascismo.
Chiediamo ai Sindaci dell’Emilia Romagna e alle Autorità Governative Territoriali di procedere in questo senso. Le nostre piazze, le nostre strade, i nostri spazi pubblici sono luoghi di partecipazione e di democrazia e non possono essere occupati da chi propaganda idee di odio, intolleranza, violenza.
E’ necessario che il Ministero dell’Istruzione, invertendo la rotta, ponga in essere delle misure di valorizzazione e miglioramento dello studio della storia del novecento, è fondamentale per il progresso civile e democratico del nostro paese in coerenza con i valori sanciti dai padri costituenti.
Nel rimarcare il nostro impegno contro la violenza, per la difesa della democrazia e dell’antifascismo ne rivendichiamo l’intima connessione alle lotte inclusive per il lavoro e per i diritti; dalla Carta Universale alla campagna referendaria fino alle più recenti vertenze (Castelfrigo, Amazon, Froneri, Word europ, Grande Distribuzione …..) la nostra azione è espressione di un più complessivo impegno per la difesa del tessuto democratico e dei principi costituzionali del nostro paese.
Come Cgil Emilia Romagna riteniamo inderogabile costruire una grande alleanza antifascista, dalla società civile alla rappresentanza istituzionale, in grado di garantire il presidio democratico del territorio e di produrre un’azione capillare di conoscenza, partecipazione, in grado di rilanciare i valori fondanti della Resistenza e della Costituzione.
Votato all’unanimità