Sciopero in Amazon il 22 marzo
L’INTERVENTO DI RICCARDO GRAZZI – NIDIL CGIL FERRARA
Nelle fabbriche altamente dotate di tecnologie, l’unica ventata di modernità sarà la lotta unitaria e solidale delle lavoratrici e dei lavoratori per conquistare condizioni più favorevoli su turni, orari, inquadramento, salute e sicurezza, formazione stabilizzazione tempi determinati e somministrati.
Lunedì 22 marzo scioperano sul territorio nazionale per l’intera giornata i lavoratori della filiera Amazon: dipendenti diretti, lavoratori degli appaltie del delivery.
La protesta è stata proclamata dalle categorie dei trasporti a cui il personale diretto fa riferimento, ma per il fatto che la composizione della manodopera della multinazionale americana è formata da migliaia di lavoratrici e lavoratori in somministrazione, anche il loro sindacato unitariamente ha aderito alla iniziativa.
L’enorme precarizzazione del lavoro unitamente alla discontinuità occupazionale prodotta dall’utilizzo di rapporti a termine di tre mesi, rinnovabili con una durata media di 9 mesi, è la ragione di fondo della rivendicazione.
La condizione delle persone che hanno avuto esperienze di lavoro in Amazon e che tuttora vi sono impiegati non è nuova e non la si scopre oggi.
La durata minima dei rapporti di lavoro e i loro continui rinnovi comporta sforzi aggiuntivi quotidiani su carichi e ritmi già molto intensi a cui si aggiunge il fatto che spesso non sono trasparenti i criteri di scelta sulle prosecuzioni dei contratti e sulle stabilizzazioni dirette.
Altrettanto risaputo che spesso la parità di trattamento dei somministrati non è pienamente garantita, come rimane insoluto il problema abitativo delle persone provenienti da luoghi molto distanti dagli hub e dai siti in cui svolgono la loro prestazione.
Tutto questo è conosciuto da tempo.
Ciò che appare un elemento di novità è che i lavoratori abbiano collettivamente mostrato la volontà di prendere la parola e contendere ad Amazon il diritto di organizzare le attività e l’utilizzo del personale.
Vedremo se lo sciopero e con lo sciopero, i lavoratori più garantiti e quelli che non lo sono si uniranno per lottare insieme.
Esistono le premesse perché nel nord Italia, in Emilia Romagna (Rimini e Piacenza) nel vicino Veneto (Rovigo), ove lavorano molti ferraresi, alcuni di loro sindacalizzati, i magazzini si fermino, almeno per una giornata.
Lunedì potrà essere anche l’occasione per riflettere su un diverso consumo, maggiormente consapevole del fatto che dietro alle nostre comodità si nascondono i disagi di tante lavoratrici e tanti lavoratori, a cui vanno riconosciuti dignità e rispetto.