NOTA STAMPA DI VALENTINA ZIOSI SEGRETARIA CONFEDERALE CGIL FERRARA
Non è una questione di donne!
Mai come quest’anno è necessario che la data dell’8 marzo sia una straordinaria occasione per dare seguito alla grande e partecipata mobilitazione generale del 26 novembre 2016.
La CGIL ha promosso e promuoverà assemblee in tutti i luoghi di lavoro, parlerà con le lavoratrici e i lavoratori, starà in piazza e incontrerà le cittadine e i cittadini e sosterrà ogni mobilitazione possibile.
Gli attacchi alla libertà delle donne si moltiplicano e l’aria che si respira è un’aria pesante di decadenza e di restaurazione. Le donne l’hanno capito subito e si uniscono. Da mesi scendono in piazza in tutto il mondo contro la violenza, contro le discriminazioni e le disuguaglianze nel lavoro, per rivendicare il diritto all’autodeterminazione, per difendere i diritti umani e sconfiggere il patriarcato.
La CGIL ha scelto di percorrere la strada delle assemblee e del confronto con lavoratrici e lavoratori per mettere a nudo una cultura che divide uomini e donne anche nel mondo del lavoro, per discutere temi che riguardano tutti, non soltanto le donne, bisogna tornare a parlare e a confrontarsi.
La nostra storia di mobilitazione e di lotte per i diritti delle donne parte da lontano, ma è la prima volta che questa indicazione viene data all’intera Organizzazione. E’ arrivato il momento di rompere il silenzio degli uomini, è arrivato il momento di cambiare una cultura profondamente sbagliata, la battaglia è di natura culturale; la violenza di genere non conosce tregua, e i femminicidi sono sempre più efferati. I numeri parlano: nel 2016 in Italia sono stati 116! Con modalità sempre più feroci, sembra una guerra. Eppure il tema continua ad essere legato alle sole donne, nel silenzio e nell’indifferenza degli uomini, e questo impedisce di avviare un vero cambiamento.
Le diseguaglianze sono sotto gli occhi di tutti, a partire da quelle salariali, per le quali siamo tra i primi paesi in Europa; questo rende le donne più esposte, perché la povertà e la precarietà portano ad una maggiore difficoltà a sottrarsi alla violenza maschile per tornare a una vita libera. Invece sappiamo bene che le donne, insieme ai giovani, sono particolarmente penalizzate dalla crisi economica. Lo dimostrano le disuguaglianze che sono in aumento anche tra le stesse donne, per esempio tra chi ha un figlio e chi non ne ha.
Essere giovani e donne è frequentemente associato a condizioni sociali di maggior vulnerabilità e debolezza sul mercato del lavoro e nella comunità sociale.
Sempre meno ci si preoccupa della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro con un welfare che sempre di più scarica i costi economici e morali sulle persone e storicamente sulle donne. Sempre di più assistiamo a rinunce delle donne abdicando al lavoro in favore della famiglia. Questo non è sintomo di una società civile e progressista.
L’ultimo rapporto del World Economic Forum mostra che negli ultimi tre anni la tendenza verso una uguale retribuzione è rallentata e che la parità salariale sarà affettiva solo nel 2186. Non vogliamo e non possiamo aspettare 169 anni!
Bisogna fare di più nel lavoro! Cancellare le discriminazioni e le disparità , eliminare il precariato e ricostruire un quadro di diritti certi.
Da tempo la Cgil ha scelto di mettere al centro della propria azione contrattuale e sociale il tema della dignità, della libertà, dei diritti, del lavoro e delle ingiuste disparità ed è proprio in questa direzione va anche la campagna per i due SI ai referendum popolari sul lavoro, per abrogare i voucher e per la responsabilità solidale negli appalti in cui siamo impegnati con tutte le nostre forze. Appalti e voucher riguardano la condizioni di milioni di lavoratori e lavoratrici in questo paese. Più della metà sono donne. Donne giovani.
Ecco perché l’8 marzo non può essere e non sarà una giornata rituale. Dobbiamo avere l’ambizione di non fermarci alla parità e alle rivendicazioni, ma batterci per cambiare la società e per renderla migliore, batterci perché questi temi attraversino tutte le politiche, anche nel sindacato: e non siano più considerati delle donne, ma diventino dell’intera organizzazione.
Oggi le donne oggi sono un potente motore di cambiamento e contrastano forti resistenze culturali, accelerando la trasformazione necessaria non solo a raggiungere un giusto equilibrio tra i generi, ma per far evolvere l’intera società.
Le donne della Cgil, la Cgil tutta è da molti decenni, e oggi più che mai, una delle forze che si muovono in questa direzione.