Intervenire nel dibattito pubblico durante il congresso di un partito politico potrebbe apparire cosa poco elegante o addirittura scorretta proprio perché ho sempre ritenuto che chi non è iscritto non può prendersi il diritto di intromettersi.
Quando però esponenti del PD nella loro propaganda di “mozione” chiamano in causa direttamente la CGIL le cose cambiano. Se poi la propaganda sembra tendere ad esibire una realtà diversa, fittizia, artefatta, costruita proprio sui temi del lavoro, intervenire diventa doveroso.
Leggere che “anche il Jobs Act ha il merito di aver riportato al centro del dibattito il contratto di lavoro a tempo indeterminato” omettendo che nei fatti il lavoro a tempo indeterminato è in drastico calo svanito l’effetto degli sgravi, e ritenerlo addirittura “strumento perfettibile ma che la scelta di fondo denota coraggio e capacità di un riformismo che unisce interessi di lavoratori e imprese” suona tanto come una presa in giro per i tanti giovani ferraresi e probabilmente per la quasi totalità dei lavoratori.
Non solo messaggio mistificatorio della realtà almeno in parte, al netto di interpretazioni giornalistiche non in linea con il pensiero dell’intervistato, ma intellettualmente scorretto.
Posizione questa che rischia di fare confusione. Non tanto nei sostenitori del “renzismo”, ma sull’opinione pubblica, in merito alla reale condizione del paese.
La frase poi che rende priva di significato la seconda affermazione è che “dal dialogo e dal confronto nascono buone cose”: dialogo e confronto sul Jobs Act non ci sono stati. Sembra poi si voglia utilizzare il rinnovo del contratto dei metalmeccanici come esempio virtuoso di dialogo, ma potrebbe apparire più un goffo tentativo di voler edulcorare le scelte sbagliate del governo Renzi.
Più apprezzata e utile sarebbe stata un’analisi di merito sulle ricadute del Jobs Act per evitare di dare l’idea della tifoseria da “curva” che deve sottostare alle regole del capo ultras.
Una parte di correttezza assoluta c’è ed è giusto sottolinearla: gli interessi delle imprese sono stati ben tenuti in considerazione con oltre 17 miliardi di euro a fondo perduto per poter assumere e licenziare a loro discrezione. Denari pubblici che meglio utilizzati avrebbero certamente dato più slancio anche agli enti locali oltre che all’economia. E’ vero anche che il lavoro a tempo indeterminato è entrato nel dibattito pubblico ma è uscito dal mercato del lavoro.
Voglio però cogliere l’apertura al confronto “senza pregiudizi ma con efficacia e concretezza con i sindacati, con la CGIL, per dare risposta ad un problema che è dei cittadini più giovani” e rinnovo la disponibilità di tutta la CGIL a farlo partendo dall’oggettività delle cose, dai problemi e abbandonando lo storytelling delle finte soluzioni.
E’ di ieri la presentazione dell’osservatorio sull’economia e il lavoro in provincia di Ferrara dell’ IRES
( https://www.cgilfe.it/
che ci consegna alcuni dati allarmanti sui quali poter valutare l’opportunità di rivedere radicalmente il giudizio sul Jobs Act da larga parte della politica:
dal 2015 al 2016
– calano del 39.6% i contratti a tempo indeterminato
– calano del 1. 6% i contratti a tempo determinato ma sulla totalità dei contratti del 2016 crescono del 17% a proposito di stabilità lavorativa
– cresce del 20.0% l’apprendistato
– cresce del 31.0% il lavoro autonomo
– gli occupati non hanno ancora recuperato quanto perso dal 2012
– incrementa la fragilizzazione dell’occupazione femminile
– aumenta il tasso di mancata partecipazione al mercato del lavoro (molto più indicativo di quello occupazionale!)
– sulla mancata occupazione soffrono di più i giovani.
L’ Italia non va meglio.
Se per “confronto efficace e concreto” con i sindacati, se con “il PD non può sottrarsi al confronto, nella certezza che fondamentali sono le alleanze sociali” si intende iniziare un dialogo sui dati oggettivi evitando la pratica della tifoseria, la CGIL sarà presente e aggiungo che se prima del 30 aprile tutti i rappresentati ferraresi delle tre mozioni volessero organizzare un incontro pubblico sul tema del mercato del lavoro e non solo, il punto di vista della CGIL non mancherà.
Segretario generale
CGIL – Ferrara
Cristiano Zagatti