COMUNICATO DI SAMUELE LODI FIOM FERRARA
Sulla vicenda Berco è opportuno premettere che non c’è nulla di cui essere particolarmente soddisfatti. Quando si è nella condizione in cui, nella nostra provincia ferita, verranno persi altri 173 posti di lavoro, c’è ben poco di positivo.
Difficile dire se siamo ancora dentro la crisi o, più semplicemente ma drammaticamente, siamo in un nuovo paradigma socio-economico che erode lavoro, posti di lavoro, diritti e salario ai lavoratori dipendenti.
Sicuramente le logiche dei grandi gruppi e delle multinazionali non cambiano: tagliare per produrre un rimbalzo in borsa, tagliare sul costo del lavoro piuttosto che investire in ricerca e sviluppo, tagliare per avere un risultato di bilancio immediatamente positivo senza poi curarsi della prospettiva.
E purtroppo dobbiamo constatare come le politiche governative degli ultimi anni sul tema del lavoro, non sono state assolutamente di contrasto a queste dinamiche, tamponando semmai in un clima di emergenza determinate vicende e/o crisi anche in modo efficace, ma senza una visione di paese, di crescita e senza una rinnovata politica industriale. Nel contempo infatti, si decide di tagliare gli ammortizzatori sociali e di rendere più favorevole alle aziende i licenziamenti piuttosto che l’attivazione degli strumenti conservativi.
E’ oggettivo che il risultato ottenuto nella vertenza Berco è significativo: riduzione di quasi il 50% degli esuberi dichiarati, esclusa la possibilità dell’outsourcing della logistica, mobilità solo ed esclusivamente volontaria ed incentivata, 12 mesi di cigs a partire da Marzo, apertura del confronto per il rinnovo del contratto aziendale.
Il risultato dice che unitariamente i sindacati sono più forti (e questo dovrebbe fare riflettere i firmatari del CCSL in FCA). Dice di una Fiom ben presente in Berco, che cresce e che, con i propri delegati, parla di lavoro, conosce le problematiche, ascolta e si confronta con i lavoratori e contratta con l’Azienda.
Nelle 103 giornate della vertenza un ruolo fondamentale lo hanno avuto i delegati Fiom insieme ai delegati delle altre sigle. Lo hanno avuto gli iscritti e tutte le lavoratrici e lavoratori che hanno seguito la strada tracciata dai sindacati. Non sempre condividendo ma con fiducia. Hanno scioperato quando era necessario per dire all’Azienda che non si sarebbero accettati passivamente i licenziamenti, ed hanno atteso poi l’esito del confronto iniziato dopo il 20 ottobre. E’ solamente questa condizione che potrà permettere alla Fiom insieme agli altri sindacati, ai suoi delegati, agli iscritti ed ai lavoratori tutti di proseguire per riconquistare quella contrattazione aziendale ormai assente da troppi anni in Berco.
Ferrara, 20 gennaio 2017