Il processo che coinvolge il Direttore di Estense.com Marco Zavagli a seguito della querela del Sindaco Fabbri non ci lascia indifferenti.
L’accusa di diffamazione riguarda un editoriale che avrebbe la colpa di evidenziare le risorse importanti che il Sindaco destina alla comunicazione e come questa venga usata anche come mezzo di propaganda, arrivando in alcune circostanze a mistificare i fatti.
Conosciamo bene questa tendenza, ed abbiamo in passato sentito la necessità di denunciare pubblicamente la pericolosità che deriva da una narrazione distorta dei fatti, soprattutto quando è mirata a convincere parte della popolazione di essere vittima di ingiustizia, a prescindere da ogni dato di realtà, suscitandone la rabbia, per difendere scelte palesemente discriminatorie ed illegittime, come è accaduto quando abbiamo agito in giudizio contro la delibera sui buoni spesa e successivamente contro il regolamento ERP.
Conosciamo bene anche l’”allergia” di Fabbri alle critiche e alle posizioni diverse dalle sue, e le reazioni scomposte che lo caratterizzano.
Non possiamo dimenticare come abbia definito “un attacco alla Repubblica” la sentenza del tribunale di Ferrara sui buoni spesa che gli dava torto, e nemmeno come non abbia esitato a colpire sui social, pubblicandone nome e cognome, le ricorrenti che come Organizzazioni Sindacali abbiamo sostenuto nel ricorso contro il regolamento ERP, buttandole in pasto al veleno dei commenti, ree di aver dovuto ricorrere al tribunale per veder affermato un diritto che la sua amministrazione ha loro illegittimamente negato. Una violenza istituzionale gravissima.
E lo stiamo vivendo anche in questi giorni, ancora una volta in merito alla discussione sull’ERP, in cui si è reso protagonista di attacchi verbali offensivi contro chi sostiene idee diverse dalle sue, che si tratti del Vescovo della città o delle organizzazioni sindacali che definisce “fuori di testa” che “vanno fermati” e rispetto ai quali si dichiara “pronto alla guerra”, accompagnando il tutto con affermazioni menzognere.
E’ veramente paradossale che chi fa un uso di questo tipo della comunicazione decida di portare davanti al giudice un giornalista per le critiche che muove al suo operato, anziché rispondere nel merito, se ritiene di averne.
Paradossale ed anche pericoloso, se ha lo scopo di fiaccare la piena autonomia di chi cerca, nell’esercizio della sua professione, di esercitare un libero diritto di critica previsto dalla Costituzione.
Il pluralismo e l’imparzialità dell’informazione è un elemento fondante della democrazia, e va difeso da tutti. Per questo, come già accaduto in passato, manifestiamo la nostra solidarietà a Marco Zavagli e a tutta la redazione di estense.com, incoraggiandoli ad andare avanti nel proprio lavoro.
CGIL UIL
Veronica Tagliati – Massimo Zanirato