Apprendiamo dalla stampa che il Tribunale delle Imprese di Bologna non ha ritenuto sufficientemente provato il nesso causale tra alcuni atti contestati all’ex DG di Carife Murolo e il danno patrimoniale patito dalla banca stessa, né ovviamente ha potuto quantificare tale danno. Di conseguenza, ha disposto la revoca del sequestro preventivo dei beni dell’ex DG.
Naturalmente non entriamo nel merito della sentenza e delle sue motivazioni, se e quando verranno rese note. Riteniamo sia nostro dovere, tuttavia, considerare come tale sentenza, a prescindere dalle ragioni giuridiche specifiche che ne stanno alla base, produca un effetto nefasto sulla fiducia dei cittadini nel sistema bancario; fiducia già messa a dura prova, specie nel nostro territorio.
Non possiamo non rilevare come il dissesto del principale istituto di credito locale abbia prodotto, da un lato, conseguenze tragiche nei portafogli di tantissimi risparmiatori ed imprese, con danni a cascata sull’intero sistema economico e sulla tenuta sociale del territorio; e conseguenze drammatiche sulla vita di tanti dipendenti (molte donne con figli tra essi) indotti a licenziarsi o costretti a cambiare radicalmente prospettive di vita e di lavoro. Dall’altro lato, a fronte di questo danno, subito da chi nessuna responsabilità porta per il dissesto, assistiamo (almeno fino ad oggi) ad una sconfortante assenza di conseguenze per chi ha detenuto le responsabilità apicali, durante gli anni in cui le operazioni che hanno contribuito a determinare l’inglorioso epilogo della storia di Carife sono state concepite e deliberate.
Gravissimo è anche il messaggio che passa all’interno, tra gli “addetti ai lavori”. Con quale autorevolezza si insegnerà ai tecnici del credito, presenti e futuri, l’importanza del concetto di “frazionamento del rischio”, quando sembra passare come acqua fresca la scelta degli allora vertici di finanziare singole posizioni impiegando liquidità pari a circa un terzo del patrimonio della banca?
E’ molto lontana dal nostro patrimonio di idee e valori l’idea che attraverso il giustizialismo si possano guarire ferite sociali che non sono rimarginabili.
Esiste tuttavia un sentimento di elementare giustizia, intesa come rapporto necessario tra poteri e responsabilità, che viene ulteriormente vulnerato nel momento in cui si spezza questo rapporto. Ci auguriamo che le funzioni preposte alla valutazione di certe condotte, nei vari procedimenti ancora in corso, improntino la loro azione a rigore ma anche a massima celerità, ad evitare esiti inverecondi come quelli che potrebbero derivare dalle prescrizioni. Ribadiamo infine l’importanza che riveste, tanto più in un settore strategico come quello del credito, una prassi aziendale che adotti il bilancio sociale d’impresa come strumento fondamentale per coniugare attività imprenditoriale e responsabilità sociale. Diventa infine – sottolinea il Segretario generale della CGIL Zagatti – sempre più urgente ed ineludibile una riforma nazionale del sistema del credito, che coinvolga tutti gli attori, compresi gli organi di controllo ed ispezione, attualmente non indipendenti dall’influenza dei principali colossi del mercato.
La segreteria FISAC CGIL Ferrara
Il segretario generale CGIL Ferrara Cristiano Zagatti