Di seguito l’intervento del segretario generale CGIL Ferrara Cristiano Zagatti dopo le feroce reazione del sindaco di Ferrara Alan Fabbri per la sentenza emessa dal Tribunale di Ferrara che condanna il Comune per discriminazione a seguito di azione legale promossa dalla Funzione Pubblica Cgil di Ferrara e da un lavoratore del Corpo di Polizia Locale.
Ci aspettavamo la feroce reazione del sindaco di Ferrara contro di noi.
Non ci voleva un indovino a preventivare la chiamata populista sui social che stravolge quello che è successo nella realtà.
La disonestà intellettuale in quella potente e violenta macchina comunicativa è un altro tratto di grande pericolosità che caratterizza parte della giunta.
Ma la realtà, per fortuna, è semplice. E la realtà dice che il Comune ha compiuto una discriminazione, l’ennesima. Un lavoratore, un cittadino e una categoria di lavoratrici anch’esse cittadine (le donne agenti di polizia locale) si sono sentiti discriminati e si sono rivolti a chi li poteva difendere (e non certo per i 9 euro ma per poter svolgere la propria professione senza restrizioni che potevano apparire punitive).
Alla fine un giudice ha detto che il cittadino e la categoria di cittadini avevano ragione.
La democrazia per fortuna funziona. Ma dobbiamo proteggere la democrazia se vogliamo che continui a funzionare.
Per questo condanniamo (moralmente, non essendo noi giudici) le sue dichiarazioni. Per questo dobbiamo ricordarle che il rispetto per le uniformi che indossano gli agenti della Polizia locale si dimostra ricordando che non sono e non devono essere equiparate a forze di polizia (rilegga, o legga per la prima volta la legge 121 del 1981). E per questo motivo un uomo o una donna obiettori non si devono sentire discriminati (ancora una volta) dalle sue parole, quando si meraviglia se partecipano a concorsi per entrare nella Polizia locale.
Il tentativo continuo di contrapporre cittadini ad altri cittadini, lavoratori pubblici contro gli stessi colleghi, lavoratori privati contro quelli pubblici può garantirle ancora consenso ma produce un danno enorme alla nostra comunità.
Dicevamo che la democrazia va protetta. Per questo esprimiamo la nostra più totale solidarietà al giudice che ha firmato l’ordinanza e, per esteso, a tutti i giudici del tribunale di Ferrara che possono sentirsi “disturbati” dalle frasi uscite dalla sua amministrazione.
Ci riferiamo alle parole che ha usato contro il giudice Maria Marta Cristoni, ‘colpevole’ di aver emanato la sentenza sfavorevole al Comune per le case popolari. Si ricorda? Le disse: “il giudice faccia il giudice nella sua aula di tribunale, io continuerò a fare il sindaco in strada, ascoltando quotidianamente i bisogni reali dei cittadini e agendo con buonsenso”. Come se il tribunale non agisse con buonsenso e rispetto della legge.
Vogliamo parlare del capogruppo in Consiglio comunale del suo partito, Stefano Franchini, che ha definito quel dispositivo “una scelta più ideologica che morale” da parte del tribunale?
Vogliamo ricordare quando definì “decisione assurda” l’ordinanza del tribunale di Ferrara che condannava il Comune a ripristinare criteri conformi alla legge per l’erogazione dei buoni spesa?
Vogliamo ricordare le sue parole recenti, secondo le quali la “sentenza (sul porto d’armi) crea un enorme precedente sul diritto all’obiezione di coscienza”? No, caro sindaco. Questa sentenza crea un enorme precedente contro chi discrimina il diritto all’obiezione di coscienza. E se solo avesse ascoltato il sindacato, i lavoratori, che ben prima di arrivare in tribunale, come sempre fa un’organizzazione seria come la CGIL, avevano indicato le violazioni alla legge alle quali andava incontro ancora una volta la sua giunta avrebbe evitato di sperperare risorse pubbliche.
Per tacere di quello che dice il suo vice: “è un precedente gravissimo in tutta Italia” e “cercheremo appoggio anche a Roma contro questa sentenza”. Per cercare di condizionare – viene da chiedersi – chi deve prendere le decisioni nei tribunali?
La smetta di attaccare i giudici e lasciarli screditare dai suoi accoliti su Facebook. Faccia il sindaco con quell’onore e dignità che richiede la fascia tricolore che indossa.
Mi consenta, poi, sindaco una breve parentesi. Io non “festeggio” come scrive lei. Io sono triste per ogni nostra vittoria. Perché ogni nostra vittoria sancisce quanto la sua giunta stia nuocendo alla città. E lei, mi permetta, se avesse a cuore Ferrara dovrebbe essere ancora più triste di me.
Infine un altro sguardo a chi sta alla sua destra. Dal suo eremo di Burana forse le sfuggono molte cose di questa città. Ma per fortuna i social la possono aiutare anche da lontano: controlli l’ultima diretta Facebook (si affretti perché ne fa almeno una al giorno) del suo vicesindaco. Mi dicono abbia appena detto che la Cgil, un sindacato difeso dalla nostra tanto bistrattata Costituzione (rilegga, o legga per la prima volta, l’articolo 39) è il “braccio armato” di un partito. Gli ricordi, se lo sa, a cosa si fa e si è fatto riferimento negli anni della storia più buia d’Italia con questa espressione. Gli dica, visto che sempre la Costituzione le impone (rilegga, o legga per la prima volta, l’articolo 54) di adempiere le sue funzioni pubbliche con disciplina ed onore, che si deve vergognare di quelle parole. Mi creda, sarebbe molto apprezzato anche in prossimità del sempre più prezioso #25aprile.
Cristiano Zagatti
Segretario generale CGIL – Ferrara
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