E’ difficile condividere il punto di vista espresso in questi giorni attraverso la stampa locale, prima da alcuni agricoltori e successivamente da Upa e CIA in merito al giudizio per cui tra i lavoratori italiani e l’agricoltura sia emersa una certa incompatibilità!
L’analisi fatta del settore agricolo, esemplificata in questa sua particolare disamina, seppur confutata da ragionamenti e numeri rispetto a quanto è successo a partire dagli anni duemila in termini di regolamentazione della presenza di lavoratori stranieri, attraverso il citato Decreto Flussi, oggi meriterebbe una discussione sicuramente più approfondita, difficile da esaurirsi con un articolo di giornale o un comunicato, anche a causa del mutato contesto sociale, economico e normativo del settore.
La FLAI-CGIL di Ferrara, al contrario di quanto dichiarato da Confagricoltura e CIA, ha invece un osservatorio basato da riscontri diretti con i lavoratori, che ci consegna una situazione diversa, ovvero, sono tanti i lavoratori italiani che vorrebbero prestare attività nelle aziende agricole ferraresi, ma spesso trovano la porta chiusa in quanto sono le stesse aziende che respingono le richieste, giustificando il fatto che assumono solo lavoratori migranti.
Dal nostro punto di vista, bisognerebbe inoltre evitare di semplificare certi ragionamenti, per i quali il mancato impiego nel settore primario di lavoratori italiani è basato dal fatto che sono poco affidabili perché studenti o perché il settore è transitato da disoccupati in attesa di migliore occupazione.
Esaminando attentamente gli elenchi anagrafici agricoli pubblicati annualmente dall’Inps, ci si può rendere conto come che tra gli oltre 15000 lavoratori a tempo determinato avviati ogni anno, una parte di loro siano ormai strutturati nel settore e non di passaggio, e comunque questo fenomeno ha sempre caratterizzato il settore.
Queste dichiarazioni rischiano anche di esasperare un clima già reso pesante, in particolar modo in questo periodo, rispetto ad una competizione tra lavoratori italiani e stranieri o banalmente tra quelli “disponibili la domenica” e quelli che invece che preferiscono andare al mare!!
Lasciamo quel tipo di discussioni fuori dalla disamina di questa situazione.
Le Organizzazioni Sindacali sono convinte che proprio per far fronte a questa ed ad altre esigenze del settore primario, ci siano già negli strumenti dettati dalla contrattazione nazionale e provinciale le risposte che la Associazioni agricole richiedono, in termini di flessibilità e orario di lavoro.
Bisogna inoltre tener conto che oggi manca uno strumento di collocazione pubblico, necessario a far confluire la domanda e l’offerta del lavoro agricolo, oltre ad un ritardo nella possibilità di poter declinare a livello provinciale, come richiesto dalle Organizzazioni Sindacali di settore, quanto previsto dalle disposizioni previste dal provvedimento Campolibero e dalla Cabina di regia della Rete del Lavoro agricolo di qualità insediata presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
Un collocamento pubblico, basato su metodi trasparenti, eviterebbe di certo alcune problematiche relative all’utilizzo di manodopera in agricoltura presenti anche sul territorio ferrarese.
Tra queste problematiche riscontriamo anche l’utilizzo degli appalti in agricoltura, attraverso cooperative provenienti da fuori regione.
L’utilizzo degli appalti è regolato dalle normative vigenti e dalla contrattazione provinciale e la FLAI- CGIL vigilerà sull’utilizzo genuino di tali appalti per evitarne usi distorti, consapevoli che la Legge 199 del 2016 recante norme a contrasto del lavoro irregolare può essere uno strumento di aiuto concreto.
Ricordiamo in chiusura, che esiste in Provincia di Ferrara un Osservatorio Unico agricolo, composto da tutti i soggetti sindacali e datoriali del settore, che nasce proprio per permettere il confronto e la discussione di problematiche come quelle emerse in questi giorni e che si riunisce regolarmente a scadenza constante.
Conseguentemente dispiace constatare che CIA e Confagricoltura abbiano scelto di consegnare la questione relativa al reperimento di manodopera nel settore agricolo ad un articolo di giornale.
La problematica non è nuova, la FLAI-CGIL è sempre stata e sarà disponibile ad un confronto con tutti i soggetti interessati a discuterne e a cercare soluzioni, a partire proprio dalle Associazioni agricole, con le quali le corrette relazioni sindacali sono state alla base di tutti i confronti.
Per la Segreteria della FLAI-CGIL di Ferrara
Cristiano Pistone
Segretario Generale