Non si sono fatte attendere le dichiarazioni postume di diverse associazioni datoriali contro il provvedimento del Governo indirizzato all’abrogazione dei voucher, tutte d’accordo sul fatto che lo strumento era abusato e che necessitava solo di una migliore regolamentazione e “manutenzione”, ma nessuno che si fosse precedentemente messo in fila per fare proposte concrete.
Tra le ultime leggiamo anche quelle della CIA, che denuncia il pericolo del ritorno al lavoro nero in agricoltura con la cancellazione del lavoro accessorio nel settore primario.
Le dichiarazioni rilasciate alla stampa in questi giorni, argomentate in questo modo rischiano però di essere parziali e superficiali, in particolare nella maniera in cui si affronta (poco) la questione del mercato del lavoro in agricoltura.
La prima riflessione che viene spontanea però è la seguente: se si teme il ritorno al lavoro nero, come mai in questi anni sono state proprio le organizzazioni datoriali agricole a dichiarare a più riprese che nel territorio ferrarese tale riprovevole utilizzo era combattuto e ostacolato dalle stesse Organizzazioni? Forse qualcuno non era allineato con queste dichiarazioni?
A tal proposito si ricorda come il Governo sia intervenuto con l’approvazione della Legge 199 del 2016 recante disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo proprio per contrastare il bieco fenomeno del lavoro nero.
La seconda considerazione va fatta contestualizzando chi sono e quanti sono i lavoratori del comparto agricolo in provincia di Ferrara.
Analizzando in sintesi fonti ufficiali (gli elenchi anagrafici agricoli pubblicati ogni anno dall’Inps), si contano oltre 15.000 lavoratori con contratto a termine in provincia di Ferrara, che lavorano da una a oltre 300 giornate nelle nostre campagne.
Sono oltre il 95% della forza lavoro impiegata in agricoltura, lavoratori già fortemente precarizzati che si devono ogni anno riconquistare il posto di lavoro attraverso il diritto alla riassunzione con gli strumenti normativi previsti dalla contrattazione provinciale, sia nel settore agricolo privato che cooperativo.
Proprio a causa di questo contesto, non solo provinciale ma esteso a tutto il territorio nazionale, che le organizzazioni sindacali di categoria, hanno lottato e contrastato l’utilizzo improprio del voucher in agricoltura, utilizzo che rischiava di precarizzare e destrutturare ancora di più un intero settore.
Ulteriori dati ufficiali confermano infatti come lo strumento del voucher in agricoltura non abbia fatto emergere quelle sacche di lavoro nero, che piegano in particolare il meridione d’Italia, a differenza invece di come siano stati utilizzati negli ultimi anni proprio nelle Regioni del nord, in particolare in Veneto ed Emilia Romagna, con il rischio di compromettere ulteriormente il già precario lavoro agricolo.
Va ricordato infatti, il risultato ottenuto dal Sindacato, che nel comparto agricolo ha portato ad una limitazione e regolamentazione dei voucher diversa da altri settori, terminata con la riforma del mercato del lavoro attraverso la disciplina introdotta dalla Legge 92/2012 che prevedeva l’utilizzo del lavoro occasionale di tipo accessorio solo alle aziende con volume d’affari superiore a 7.000 euro, esclusivamente tramite l’utilizzo di specifiche figure di prestatori (pensionati e giovani con meno di venticinque anni di età) per lo svolgimento di attività agricole di carattere stagionale e con un limite economico per ogni prestatore.
Oggi qualcuno si interroga sulla necessità di studiare forme alternative ai voucher per il settore agricolo, la FLAI-CGIL di Ferrara è convinta che esistono già degli strumenti che offrono questa possibilità e si chiamano contratti di lavoro.
Abbiamo recentemente rinnovato il contratto provinciale di lavoro per gli operai agricoli privati e nei prossimi mesi presenteremo la piattaforma per il rinnovo dell’integrativo provinciale per le aziende cooperative.
Nei contratti ci sono tutte le normative necessarie, in termini di orario di lavoro, flessibilità ed organizzazione aziendale per dare le giuste risposte ai lavoratori e alle lavoratrici del comparto agricolo che con la loro manodopera forniscono ancora un valore aggiunto alle produzioni di eccellenza del nostro territorio.
Cristiano Pistone
Segretario Generale
FLAI-CGIL Ferrara